L'Esprit du lieu — Un progetto creativo sull’Archivio Storico del Museo
Isabelle Giovacchini è un’artista francese che ama studiare le leggende e le storie attorno a paesaggi e luoghi per restituirle in una sua personale visione e interpretazione. Nel 2014-17 ha sviluppato il progetto Quand fond la neige, una serie ispirata alle leggende che circolano intorno ai laghi del massiccio del Mercantour, e ora amplia la sua riflessione seguendo il filo delle mitologie lacustri, sempre nell'area mediterranea.
L'Esprit du lieu nasce da un'indagine intorno al Lago di Nemi, situato nella campagna romana, famoso per aver ospitato due enormi navi volute dall’imperatore Caligola. Il loro ritrovamento, vagheggiato fin dal Rinascimento, diventa realtà tra le due guerre grazie all’iniziativa di Guido Ucelli, presidente della celebre società internazionale di turbine idrauliche Riva Calzoni di Milano e fondatore del Museo. Ingegnere e appassionato di classicità, Guido Ucelli progetta e realizza un’opera colossale sfruttando le competenze tecniche sviluppate dall’azienda: attraverso un complesso sistema idraulico drena completamente il bacino, riportando finalmente alla luce le due imponenti navi cerimoniali. Di questa impresa restano gli scatti eseguiti per volontà di Guido Ucelli nel corso delle opere, conservati nell’Archivio Storico del Museo. Le due navi vengono infatti distrutte nel 1944, a causa di un incendio a seguito di un bombardamento che colpisce il Museo appositamente creato in loco che le ospita.
Isabelle ha scoperto questa storia nel corso della sua prima residenza a Villa Medici nell'estate 2020, e successivamente attraverso i numerosi scambi con la Scuola Francese di Roma che sostiene la sua ricerca dal 2019. Nel marzo 2021, con il supporto degli Amici del National Museum of Women in the Arts di Washington, Isabelle fa la sua prima visita al Museo, e definisce una prima selezione di immagini dal fondo fotografico del Museo, con l’obiettivo di produrre una serie di stampe.
“Desidero interpretare questa collezione [il fondo archivistico presso il Museo, ndr], nata inizialmente per scopi scientifici, per darle un contrappunto artistico, attraverso assemblaggi e sperimentazioni fotografiche”, spiega l’artista, che intende organizzare una mostra e produrre un volume illustrato.
“Desidero interpretare questa collezione [il fondo archivistico presso il Museo, ndr], nata inizialmente per scopi scientifici, per darle un contrappunto artistico, attraverso assemblaggi e sperimentazioni fotografiche”, spiega l’artista, che intende organizzare una mostra e produrre un volume illustrato.
Le ricerche di Isabelle Giovacchini presso l’Archivio Storico del Museo
“Il Museo ha gentilmente messo a mia disposizione i fondi legati agli scavi di Nemi e allo strano destino delle navi: documenti, fotografie originali, repliche di alcuni reperti in bronzo, le diapositive su lastra utilizzate da Guido Ucelli nelle due numerose conferenze sul lago…Dopo aver compreso l’ampiezza di questi fondi, ho realizzato che mi ci sarebbero volute ben più di due settimane di ricerca per studiarli. Ho quindi definito una prima selezione tra le immagini disponibili e le ho acquisite in forma digitale. Ho così potuto avere una visione generale dell’iconografia, e mi sono resa conto di qualcosa di spiazzante: anche una volta recuperate dal fondale del lago, le navi di Caligola non si riescono realmente a immaginare. Immense, per poter essere inquadrate totalmente dovevano essere fotografate da lontano. Da questa inquadratura è però impossibile percepirne il lusso, la complessità, la miriade di dettagli e tantomeno l’immensità. Somigliano a due gusci di noce rovesciati.
Soltanto le figure umane, che lavorano per dissotterrarle e spostarle, consentono di avere una proporzione. Esposte nel museo a loro dedicato, non è possibile riprenderle che in parti, mancando la distanza per indietreggiare e inquadrarle interamente. L’unico modo per immaginare la spettacolarità di queste imbarcazioni e della loro campagna di scavi sarebbe stato poterle vedere di persona, poterci girare attorno, avvicinarsi, allontanarsi: cosa impossibile a seguito dell’incendio.
Ho fotografato e digitalizzato la maggior parte delle immagini che mi sembravano utili per delle sperimentazioni in laboratorio o una pubblicazione, poi ho iniziato un altro tipo di lavoro, più improvvisato e incerto. Quando viaggio, porto sempre con me una piccola lente d’ingrandimento. In plastica, è robusta e permette di ingrandire di 8 volte i dettagli, ma genera delle deformazioni enormi e aberrazioni cromatiche. Questo genere di interferenza mi interessa, la ricerco spesso. Ho quindi messo questa lente tra l’obiettivo della mia macchina fotografica e le immagini del Museo (in particolare le lastre in vetro) per prelevare dei dettagli: elementi costruttivi delle imbarcazioni, il sistema idraulico realizzato da Guido Ucelli, piccolissimi dettagli dell’emissario antico del lago, molti dettagli scrutando da vicino le statue delle navi… Soprattutto, ho sistematicamente prelevato e ingrandito i profili o le figure di persona presenti sul sito. Separati dalle navi o decontestualizzati, trasmettono all’impresa degli scavi una dimensione contemplativa, e allo stesso tempo fanno emergere la dimensione umana al centro di questa iniziativa.
Infine, mi sembrava impossibile affrontare la questione degli scavi del lago di Nemi tra le due guerre senza menzionare la figura controversa di Benito Mussolini. Ora, se il mio lavoro è spesso legato agli archivi, non è mai di tipo politico. Ho quindi fatto la scelta di utilizzare, tra i materiali dell’Archivio del Museo, le immagini nei taccuini originali di Guido Ucelli in cui questo personaggio politico appare alterato dal tempo, sfocato. La figura di Mussolini, ossidata e sfocata, pare appena riconoscibile, quasi un fantasma.”
Isabelle Giovacchini
“Il Museo ha gentilmente messo a mia disposizione i fondi legati agli scavi di Nemi e allo strano destino delle navi: documenti, fotografie originali, repliche di alcuni reperti in bronzo, le diapositive su lastra utilizzate da Guido Ucelli nelle due numerose conferenze sul lago…Dopo aver compreso l’ampiezza di questi fondi, ho realizzato che mi ci sarebbero volute ben più di due settimane di ricerca per studiarli. Ho quindi definito una prima selezione tra le immagini disponibili e le ho acquisite in forma digitale. Ho così potuto avere una visione generale dell’iconografia, e mi sono resa conto di qualcosa di spiazzante: anche una volta recuperate dal fondale del lago, le navi di Caligola non si riescono realmente a immaginare. Immense, per poter essere inquadrate totalmente dovevano essere fotografate da lontano. Da questa inquadratura è però impossibile percepirne il lusso, la complessità, la miriade di dettagli e tantomeno l’immensità. Somigliano a due gusci di noce rovesciati.
Soltanto le figure umane, che lavorano per dissotterrarle e spostarle, consentono di avere una proporzione. Esposte nel museo a loro dedicato, non è possibile riprenderle che in parti, mancando la distanza per indietreggiare e inquadrarle interamente. L’unico modo per immaginare la spettacolarità di queste imbarcazioni e della loro campagna di scavi sarebbe stato poterle vedere di persona, poterci girare attorno, avvicinarsi, allontanarsi: cosa impossibile a seguito dell’incendio.
Ho fotografato e digitalizzato la maggior parte delle immagini che mi sembravano utili per delle sperimentazioni in laboratorio o una pubblicazione, poi ho iniziato un altro tipo di lavoro, più improvvisato e incerto. Quando viaggio, porto sempre con me una piccola lente d’ingrandimento. In plastica, è robusta e permette di ingrandire di 8 volte i dettagli, ma genera delle deformazioni enormi e aberrazioni cromatiche. Questo genere di interferenza mi interessa, la ricerco spesso. Ho quindi messo questa lente tra l’obiettivo della mia macchina fotografica e le immagini del Museo (in particolare le lastre in vetro) per prelevare dei dettagli: elementi costruttivi delle imbarcazioni, il sistema idraulico realizzato da Guido Ucelli, piccolissimi dettagli dell’emissario antico del lago, molti dettagli scrutando da vicino le statue delle navi… Soprattutto, ho sistematicamente prelevato e ingrandito i profili o le figure di persona presenti sul sito. Separati dalle navi o decontestualizzati, trasmettono all’impresa degli scavi una dimensione contemplativa, e allo stesso tempo fanno emergere la dimensione umana al centro di questa iniziativa.
Infine, mi sembrava impossibile affrontare la questione degli scavi del lago di Nemi tra le due guerre senza menzionare la figura controversa di Benito Mussolini. Ora, se il mio lavoro è spesso legato agli archivi, non è mai di tipo politico. Ho quindi fatto la scelta di utilizzare, tra i materiali dell’Archivio del Museo, le immagini nei taccuini originali di Guido Ucelli in cui questo personaggio politico appare alterato dal tempo, sfocato. La figura di Mussolini, ossidata e sfocata, pare appena riconoscibile, quasi un fantasma.”
Isabelle Giovacchini
Lo sviluppo del progetto
Da aprile a giugno 2021, il Centre Photographique d'Ile-de-France (Pontault-Combault) accoglie Isabelle Giovacchini come artista in residence per le fasi di ricerca e post-produzione. L’artista spiega:
“Nel corso di questa residenza realizzerò delle stampe ingrandite di questi dettagli e utilizzerò le riproduzioni fotografiche delle statue in un laboratorio cinematografico. Proverò a collegarli all'acqua, a sommergerli nuovamente, inserendo vasche e specchi d'acqua tra il mio ingranditore per camera oscura e la mia carta fotografica. Questo dovrebbe sfocare le immagini, confonderle e distorcerle. Ora mi aspetta molto lavoro di selezione. Il risultato sperimentale di questo lavoro sarà poi legato alle altre mie tappe di ricerca e creazione, a Roma, Nemi e Milano (dove mi piacerebbe particolarmente fotografare alcuni dettagli delle repliche dei bronzi presenti nelle riserve), e ovviamente nel mio laboratorio parigino.”
L'Esprit du lieu è stato selezionato dall’Istituto francese nell'ambito del suo programma “Résidences Sur Mesure Plus +”, e Isabelle tra agosto e settembre 2021 è di nuovo ospite di Villa Medici per ampliare i suoi scambi con la Scuola di Francia di Roma e per svolgere ricerche tra gli archivi documentari e cinefili dell'Istituto Luce.
Isabelle assisterà in prima persona alla prossima campagna di scavi archeologici del Lago di Nemi avviata a settembre 2021, diretta da Emmanuel Nantet, docente-ricercatore presso il dipartimento di civiltà marinare dell'Università di Haifa. In questa occasione produrrà una serie di immagini, video e registrazioni sonore, incentrate su questo sito lacustre, che rielaborerà secondo un metodo sperimentale in un laboratorio cinematografico al ritorno in Francia. Fotograferà anche, con il sostegno di Fujifilm France, il Museo delle navi romane, che a seguito dell’incendio del 1944 è stato restaurato e aperto al pubblico.
L'ultima tappa di questo soggiorno italiano sarà segnata da un ritorno a Milano, per completare la ricerca intrapresa durante la primavera del 2021. Il frutto del lavoro di Isabelle prenderà forma in un percorso espositivo e in un volume illustrato.
Da aprile a giugno 2021, il Centre Photographique d'Ile-de-France (Pontault-Combault) accoglie Isabelle Giovacchini come artista in residence per le fasi di ricerca e post-produzione. L’artista spiega:
“Nel corso di questa residenza realizzerò delle stampe ingrandite di questi dettagli e utilizzerò le riproduzioni fotografiche delle statue in un laboratorio cinematografico. Proverò a collegarli all'acqua, a sommergerli nuovamente, inserendo vasche e specchi d'acqua tra il mio ingranditore per camera oscura e la mia carta fotografica. Questo dovrebbe sfocare le immagini, confonderle e distorcerle. Ora mi aspetta molto lavoro di selezione. Il risultato sperimentale di questo lavoro sarà poi legato alle altre mie tappe di ricerca e creazione, a Roma, Nemi e Milano (dove mi piacerebbe particolarmente fotografare alcuni dettagli delle repliche dei bronzi presenti nelle riserve), e ovviamente nel mio laboratorio parigino.”
L'Esprit du lieu è stato selezionato dall’Istituto francese nell'ambito del suo programma “Résidences Sur Mesure Plus +”, e Isabelle tra agosto e settembre 2021 è di nuovo ospite di Villa Medici per ampliare i suoi scambi con la Scuola di Francia di Roma e per svolgere ricerche tra gli archivi documentari e cinefili dell'Istituto Luce.
Isabelle assisterà in prima persona alla prossima campagna di scavi archeologici del Lago di Nemi avviata a settembre 2021, diretta da Emmanuel Nantet, docente-ricercatore presso il dipartimento di civiltà marinare dell'Università di Haifa. In questa occasione produrrà una serie di immagini, video e registrazioni sonore, incentrate su questo sito lacustre, che rielaborerà secondo un metodo sperimentale in un laboratorio cinematografico al ritorno in Francia. Fotograferà anche, con il sostegno di Fujifilm France, il Museo delle navi romane, che a seguito dell’incendio del 1944 è stato restaurato e aperto al pubblico.
L'ultima tappa di questo soggiorno italiano sarà segnata da un ritorno a Milano, per completare la ricerca intrapresa durante la primavera del 2021. Il frutto del lavoro di Isabelle prenderà forma in un percorso espositivo e in un volume illustrato.
Isabelle Giovacchini
Biografia
Isabelle Giovacchini è nata a Nizza nel 1982.
Vive e lavora tra Parigi e l’area mediterranea, a seconda dei suoi progetti.
Figura rara e singolare della fotografia francese, ha presentato il suo lavoro in particolare al FRAC PACA (Marsiglia), Occitanie-Montpellier (Montpellier), Champagne-Ardenne (Reims), all'Espace de l'Art Concret (Mouans-Sartoux) , al Museo d'Arte Moderna e Contemporanea (Nizza), al CCC (Tours) al Centre Photographique d'Île-de-France (CPIF Pontault-Combault), nonché nelle gallerie di Parigi (Xippas, Isabelle Gounod, Les Filles du Calvaire, ...), a Nizza (Espace à vendre), e a Berlino (In situ) ... Ha potuto sviluppare il suo lavoro attraverso residenze in Francia e all'estero, come l'Alliance Française de São Paulo (Brasile), Münzstrasse 10 (Berlino), la Cité Internationale de Arts (Parigi), il FRAC Lorraine (Metz), la Villa Médicis (Roma, Italia) ... È stato sostenuto dal DRAC PACA e Champagne-Ardenne, ma anche dal CNAP e dalla Fondation des Artistes (Parigi). Il suo lavoro ha integrato le collezioni pubbliche del FRAC Champagne-Ardenne, Franca Contea e Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Nel 2020 ha vinto la borsa di studio Epkhrasis, organizzata da Adagp e Aica France, che consiste in una recensione critica, firmata da Léa Bismuth, su Le Quotidien de l'Art.
Attualmente sta sviluppando un progetto relativo ai ritrovamenti archeologici del Lago di Nemi, vicino Roma. Il sito è noto soprattutto per una campagna di scavi archeologici condotta tra le due guerre, che permise, dopo il prosciugamento del lago, di recuperare due enormi navi appartenute a Caligola. A seguito del recupero venne eretto sul lago il Museo delle Navi Romane, che ospitò le imbarcazioni fino al 1944, quando l'edificio subì un incendio e la maggior parte dei ritrovamenti fu distrutta. Intitolato L'Esprit du lieu, questo progetto beneficia del sostegno di Villa Médicis, che accoglie Isabelle Giovacchini come artista in residencea nel 2020 e 2021, la Scuola Francese di Roma che segue l’artista dal 2019 e la invita a partecipare alla prossima campagna di scavi archeologici del lago nel settembre 2021, nonché del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, che mette a disposizione dell'artista i suoi archivi relativi agli scavi di Nemi. L'Esprit du lieu è sostenuto anche dal CPIF, sotto forma di residenza di ricerca e post-produzione, nonché dall'Institut Français, nell'ambito del suo programma "Sur Mesure Plus +", e infine dagli Amici del Museo Nazionale delle Donne nelle Arti di Washington.
L’opera
Da quindici anni Isabelle Giovacchini svolge un lavoro sperimentale sulle immagini.
Non segue un protocollo predefinito. Empiricamente e intuitivamente, sceglie di inventare per ogni opera un nuovo sistema, dedicato alle idee che esplora, alle fonti che evoca. Spesso il patrimonio, la storia, la letteratura e persino il paesaggio sono i punti di partenza della sua riflessione artistica.
Dai suoi studi fotografici, l'artista ha mutuato un vocabolario legato all'analogia, al frammento, all'impronta e al negativo. Le sue opere possono assumere la forma di immagini, serie, video e installazioni. Alcune opere si materializzano anche in azioni, generalmente economiche e discrete. È particolarmente interessata ai dettagli e cerca di rappresentare la traccia, la lacuna e l'assenza piuttosto che il vuoto.
In fotografia, cerca di alterare il medium argenteo, portando le sue sperimentazioni al limite, poco prima della scomparsa delle immagini. Nel video, cerca piuttosto la disfunzione e la stranezza all'interno dell'inquadratura filmata; usa spesso la macchina fotografica e/oi proiettori come se fossero microscopi o telescopi. Il suo lavoro di installazione e intervento è un modo di interpretare, per contrappunto, i fenomeni naturali, iconografici o culturali che catturano la sua attenzione.
Isabelle Giovacchini lavora spesso a partire dagli archivi, con l'idea di utilizzare fonti segnate dallo sguardo di chi le origina. Attingendo a questo tipo di documentazione, posiziona il proprio lavoro in una logica di trasmissione.
Negli ultimi anni la sua ricerca si è spesso legata, ma non sistematicamente, al territorio mediterraneo, da cui proviene.
Biografia
Isabelle Giovacchini è nata a Nizza nel 1982.
Vive e lavora tra Parigi e l’area mediterranea, a seconda dei suoi progetti.
Figura rara e singolare della fotografia francese, ha presentato il suo lavoro in particolare al FRAC PACA (Marsiglia), Occitanie-Montpellier (Montpellier), Champagne-Ardenne (Reims), all'Espace de l'Art Concret (Mouans-Sartoux) , al Museo d'Arte Moderna e Contemporanea (Nizza), al CCC (Tours) al Centre Photographique d'Île-de-France (CPIF Pontault-Combault), nonché nelle gallerie di Parigi (Xippas, Isabelle Gounod, Les Filles du Calvaire, ...), a Nizza (Espace à vendre), e a Berlino (In situ) ... Ha potuto sviluppare il suo lavoro attraverso residenze in Francia e all'estero, come l'Alliance Française de São Paulo (Brasile), Münzstrasse 10 (Berlino), la Cité Internationale de Arts (Parigi), il FRAC Lorraine (Metz), la Villa Médicis (Roma, Italia) ... È stato sostenuto dal DRAC PACA e Champagne-Ardenne, ma anche dal CNAP e dalla Fondation des Artistes (Parigi). Il suo lavoro ha integrato le collezioni pubbliche del FRAC Champagne-Ardenne, Franca Contea e Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Nel 2020 ha vinto la borsa di studio Epkhrasis, organizzata da Adagp e Aica France, che consiste in una recensione critica, firmata da Léa Bismuth, su Le Quotidien de l'Art.
Attualmente sta sviluppando un progetto relativo ai ritrovamenti archeologici del Lago di Nemi, vicino Roma. Il sito è noto soprattutto per una campagna di scavi archeologici condotta tra le due guerre, che permise, dopo il prosciugamento del lago, di recuperare due enormi navi appartenute a Caligola. A seguito del recupero venne eretto sul lago il Museo delle Navi Romane, che ospitò le imbarcazioni fino al 1944, quando l'edificio subì un incendio e la maggior parte dei ritrovamenti fu distrutta. Intitolato L'Esprit du lieu, questo progetto beneficia del sostegno di Villa Médicis, che accoglie Isabelle Giovacchini come artista in residencea nel 2020 e 2021, la Scuola Francese di Roma che segue l’artista dal 2019 e la invita a partecipare alla prossima campagna di scavi archeologici del lago nel settembre 2021, nonché del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, che mette a disposizione dell'artista i suoi archivi relativi agli scavi di Nemi. L'Esprit du lieu è sostenuto anche dal CPIF, sotto forma di residenza di ricerca e post-produzione, nonché dall'Institut Français, nell'ambito del suo programma "Sur Mesure Plus +", e infine dagli Amici del Museo Nazionale delle Donne nelle Arti di Washington.
L’opera
Da quindici anni Isabelle Giovacchini svolge un lavoro sperimentale sulle immagini.
Non segue un protocollo predefinito. Empiricamente e intuitivamente, sceglie di inventare per ogni opera un nuovo sistema, dedicato alle idee che esplora, alle fonti che evoca. Spesso il patrimonio, la storia, la letteratura e persino il paesaggio sono i punti di partenza della sua riflessione artistica.
Dai suoi studi fotografici, l'artista ha mutuato un vocabolario legato all'analogia, al frammento, all'impronta e al negativo. Le sue opere possono assumere la forma di immagini, serie, video e installazioni. Alcune opere si materializzano anche in azioni, generalmente economiche e discrete. È particolarmente interessata ai dettagli e cerca di rappresentare la traccia, la lacuna e l'assenza piuttosto che il vuoto.
In fotografia, cerca di alterare il medium argenteo, portando le sue sperimentazioni al limite, poco prima della scomparsa delle immagini. Nel video, cerca piuttosto la disfunzione e la stranezza all'interno dell'inquadratura filmata; usa spesso la macchina fotografica e/oi proiettori come se fossero microscopi o telescopi. Il suo lavoro di installazione e intervento è un modo di interpretare, per contrappunto, i fenomeni naturali, iconografici o culturali che catturano la sua attenzione.
Isabelle Giovacchini lavora spesso a partire dagli archivi, con l'idea di utilizzare fonti segnate dallo sguardo di chi le origina. Attingendo a questo tipo di documentazione, posiziona il proprio lavoro in una logica di trasmissione.
Negli ultimi anni la sua ricerca si è spesso legata, ma non sistematicamente, al territorio mediterraneo, da cui proviene.
Photographie : Colombe Clier